Diffusione del bitcoin

di Umberto Tarantino*

“Attualmente è possibile comprare qualsiasi cosa con i bitcoin e trasferirli è facile come mandare un’email”. Così affermano nel loro più celebre video Youtube gli autori di WeUseCoins, a cui va riconosciuto il merito di aver pubblicato il primo video esplicativo sul Bitcoin, da sempre il più visto tra tutti i video contenenti la parola “bitcoin” nel titolo.
Nello stesso video gli autori esprimono un altro concetto, ampiamente condiviso da chi ha capito le potenzialità della criptovaluta: “il Bitcoin sta cambiando la finanza nello stesso modo in cui Internet ha cambiato l’editoria”.
In effetti, così come internet nell’ultimo decennio ha rivoluzionato il modo di comunicare, allo stesso modo il Bitcoin sta reinventando il modo di effettuare e ricevere pagamenti.

La nascita di community e la creazione di servizi e applicazioni dedicate alla diffusione della criptovaluta hanno favorito, nel corso degli ultimi anni, la sua diffusione e il suo utilizzo. Non solo “early adopters”, ma sempre più utenti, tra cui accademici e imprenditori, hanno abbracciato la filosofia e colto l’innovazione alla base del Bitcoin.
Ogni giorno nel mondo vengono effettuate oltre 200 mila transazioni e si contano oltre 15 milioni di unità di bitcoin in circolazione, aventi un valore di mercato totale di circa 7 miliardi di dollari.

Numero di transazioni bitcoin per giorno

 

Se da un lato una piccola parte di questa crescita è riconducibile a criminali che sfruttano lo pseudo-anonimato per comprare e vendere droga e armi nella parte nascosta di internet (deep web), dall’altro ci sono sempre più utenti che apprezzano le qualità di un sistema di pagamento libero. Il sistema ha anche catturato l’interesse di istituti finanziari come la JP Morgan Chase, la quale pensa di poter semplificare, grazie alla tecnologia del Bitcoin, l’elaborazione dei loro pagamenti interni e tagliare i costi sulle transazioni internazionali.

A livello mediatico il Bitcoin non gode di una buona reputazione o in generale non ispira molta fiducia, anche perché non viene presentato da un punto di vista tecnico, per ovvie ragioni di fruibilità sui media tradizionali. In sostanza la scarsa fiducia è dovuta alla mancanza di conoscenza dell’algoritmo matematico che permette al Bitcoin di funzionare. Sui media spesso viene accostato a notizie che riguardano attività criminali legate al deep web, che suscitano sempre scalpore tra la gente comune, oppure più semplicemente, viene demonizzato perché offrirebbe una possibilità di anonimato per evasori o persone, che per qualche motivo, vogliono nascondere la propria identità o rendere difficilmente rintracciabile i loro movimenti finanziari.
Il Bitcoin non è uno strumento nato per droga e riciclaggio, si tratta di notizie ad effetto diffuse dalle TV e dalle testate giornalistiche per catturare l’attenzione. D’altronde non godeva di buona fama nemmeno Internet, quando alla fine degli anni ’90, entrava gradualmente nella vita di molte persone.

Un altro aspetto che potrebbe spaventare i potenziali utilizzatori del bitcoin, è la fluttuazione del suo valore. Essa deriva dal fatto che non ci sono, e non è previsto che ci siano, degli stati o delle organizzazioni che possono garantire che effettivamente il valore dei bitcoin scambiati venga mantenuto nel tempo.

Bitcoin è l’accumulo di talento, duro lavoro e dedizione delle persone che sviluppano e mantengono il protocollo, delle persone che costruiscono industrie intorno ad esso, dei commercianti e dei consumatori che utilizzano il protocollo Bitcoin nella loro vita quotidiana, e di coloro che lo promuovono e lo proteggono; più persone diventano parte della comunità Bitcoin, più il valore del sistema aumenta.

 

Se questa caratteristica da un lato può allontanare le persone comuni dal Bitcoin, dall’altro lato avvicina gli speculatori e gli amanti degli investimenti ad alto rischio, secondo i quali il Bitcoin è soltanto uno strumento economico speculativo.

Il Bitcoin, come dimostrato ampiamente finora, è del tutto resiliente alle notizie negative che lo riguardano, che non possono oscurare gli aspetti positivi. I vantaggi della criptovaluta, come la decentralizzazione, la sicurezza, la velocità di trasmissione, i costi bassissimi e l’irreversibilità dei pagamenti, hanno incuriosito sempre più utenti di Internet e avvicinato sempre più persone, tra cui titolari di attività commerciali o liberi professionisti. Un esempio di business molto semplice con il Bitcoin, ovvero che richiede poca o nessuna conoscenza delle regole matematiche alla base della criptovaluta, è proprio quello di cominciare ad accettare pagamenti in bitcoin.
Sempre più merchant di ogni tipo hanno colto i vantaggi pratici del bitcoin: non costa nulla, è facile cominciare ad accettarli, non sono possibili chargeback e non bisogna sostenere costi di intermediazione, come tasse o commissioni fisse considerevoli, che di solito sono applicate dalle banche o altri intermediari.
L’utilizzo della criptovaluta non ha coinvolto soltanto shop on-line o fornitori di servizi sul web, per i quali l’adozione è sicuramente più facile e immediata, ma lentamente è uscita dai confini del web e ha cominciato a coinvolgere anche i negozi “su strada”, i quali tramite wallet o servizi intermediari di cambio valuta, hanno scelto, per convenienza o per passione, di accettare pagamenti in bitcoin.

La crescente diffusione della criptovaluta ha determinato anche l’invenzione di un nuovo dispositivo, l’ATM Bitcoin (BATM), che è una sorta di bancomat che permette di prelevare bitcoin in cambio di valuta fiat (e in alcuni modelli di effettuare anche l’operazione inversa), la cui diffusione procede di fianco a quella delle attività commerciali.
Oggi nel mondo si contano oltre 7000 attività che accettano bitcoin e più di500 ATM, di cui circa il 5,5% in Italia.

Numero dei merchant nel mondo(compresi gli ATM) che accettano bitcoin

Numero dei merchant nel mondo(compresi gli ATM) che accettano bitcoin

Tale percentuale è molto significativa perché costituisce per l’Italia il terzo posto nell’elenco delle nazioni con più merchant bitcoin. Questa posizione assume un significato ancora più importante se si considera che nelle prime due ci sono Stati Uniti e Canada, due nazioni con un enorme estensione territoriale e storicamente una maggiore propensione alle nuove tecnologie.
Sul territorio italiano attualmente sono quasi 400 gli esercenti che hanno adottato il bitcoin tra le modalità di pagamento. Sempre più titolari di attività commerciali e venditori di qualsiasi servizio accettano bitcoin oltre ai metodi tradizionali, come contanti e carte di credito.
La scelta di accettare bitcoin da parte di negozi e attività di ogni genere, si è rivelata essere anche un ottimo modo per farsi notare e produrre interesse verso la propria attività commerciale, ottenendo in questo modo una visibilità aggiuntiva e un’ulteriore vetrina su internet, attraverso siti e app che raccolgono e censiscono i negozi fisici (non shop on-line) che accettano bitcoin nel mondo.

*co-founder di Blockchain Education Network Italia e creatore di QuiBitcoin

L’irreversibilità del bitcoin, un bene o un male?

di Marzia Minieri*

Stando ai lettori già più addentrati, non spiegheremo che tutti i progetti generati dal bitcoin hanno come conditio sine qua non l’irreversibilità.

Qual mistero si cela sotto quest’ampia certezza che permette transazioni senza recessioni?

bitcoin-hand-dropAbbiamo vissuto generazioni piene di speculazioni e leggi ricche di diritti al recesso, fraintese volontà, incontrastabili violenze psicologiche che sfociano in nullità contrattuali ed ora sembra quasi che anni di “battaglie” per ottenere il riconoscimento di tutti questi diritti, vogliano venir meno con l’irreversibilità del bitcoin.

Irreversibile non è altro che la certezza assoluta dell’atto che si sta compiendo, una certezza che non può eclissarsi in alcun modo quando stipuliamo un contratto, effettuiamo una transazione e via dicendo, insomma la massima espressione della volontà delle parti.

Proprio il ritrovarsi di fronte ad un così radicato concetto di volontà, fa sorgere dubbi in relazione alla sua attendibilità. Spieghiamoci. La possibilità di fare un passo indietro è ben tutelata dalla legge italiana eppure questa stessa legge ci chiede di non essere ignari di fronte ad essa, per voler essere più astratti (ci sarebbe da dire che “pochi anni fa” il matrimonio era un atto irreversibile, poi è stato legalizzato il divorzio). L’irreversibilità è un concetto che non nasce con la criptomoneta, ma la criptomoneta la mette in atto e come ogni forte imposizione par debba diventare un difetto colossale. Ebbene, fatta una transazione non possiamo tornare indietro e non è forse un bene l’aver cognizione assoluta dell’azione che si sta compiendo? Non è forse un pregio “accessorio” per la democraticità a cui si ispira l’intero sistema?

Qualcuno ha ribattuto che possono esserci delle pecche nell’irreversibilitá dal momento che oltre i casi succitati, esiste il problema più moderno dei ransomware …. Sembra quasi che si voglia giustificare la disattenzione, la mancata prevenzione classica delle mentalità “sane” della nostra comunità ed ancor di più che si voglia sorvolare sulle lacune (volontarie e puntuali) della nostra giurisprudenza.

Ed allora vien da chiedersi in conclusione se non si possa intravedere più un invito a smuovere le menti piuttosto che tediare quelle di chi crede e ci lavora su quei valori assoluti antichi che ancora possono rivoluzionare il sistema.

*Laurenda nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli con una tesi sui bitcoin.